Il cantico dei drogati
“Tutti morimmo a stento” è il secondo album in studio di Fabrizio De André, pubblicato in Italia nel 1968. È uno dei primi concept album in Italia. Gian Piero Reverberi risulta ufficialmente co-autore di tutte le musiche, ma il suo contributo sembra essere andato oltre: “In dischi impegnativi come Tutti morimmo a stento, Fabrizio non era in grado di reggere da solo tutta l’architettura. Lì c’è un mio intervento profondo.” Il tema portante di questo concept è la “morte psicologica, mentale dell’individuo che viene illustrata attraverso la presentazione di vari personaggi: tossicodipendenti, ragazzine traviate, impiccati (in questo caso anche la morte fisica dunque), personaggi di dubbia moralità… Un mondo saturo di morte e rancore che trova un suo riscatto nella pietà, intesa quasi come compassione e misericordia, di quegli “uomini senza fallo” a cui è rivolto il Recitativo. Molti anni dopo De André definì il disco come “polveroso” e “barocco”, pur rivalutandolo negli ultimi tempi della sua carriera. Il Cantico dei drogati, letto dieci anni dopo, in effetti, risente di un sentore di lirismo eccessivo, privo della drammaticità degli anni ’80. Ma era il ’68! Risentito adesso, alcuni passaggi non si scordano. Quindi, da risentire assolutamente. https://www.youtube.com/watch?v=pdVgbepM-I0