John Lennon

Parlare di John Lennon (John Winston Lennon, Liverpool 1940 – New York, 8 dicembre 1980, cantautore, polistrumentista, artista e attivista britannico, compositore e cantante dei Beatles, dei quali compose anche la maggior parte delle canzoni in coppia con Paul McCartney), occuperebbe uno spazio enorme. Qui vorrei parlare della sua dipendenza dalle sostanze.
Importante è stata, per le conseguenze sulla vita e sull’arte di Lennon, la sua dipendenza dall’eroina. La sua prima assunzione insieme a Yoko Ono avvenne durante le incisioni del White Album; i due dichiararono di aver iniziato a farne uso per scaricare il nervosismo dovuto all’eccessiva attenzione dei giornalisti.
Per la paura degli aghi, l’eroina venne sempre da loro inalata e mai iniettata. Una delle prime conseguenze però di tale uso, che divenne presto una vera dipendenza, fu che il carattere di Lennon cambiò in peggio, come ha rivelato alcune delle persone a lui più vicine, contribuendo a esasperare quei contrasti all’interno del gruppo che ne portarono allo scioglimento. Lennon intraprese vari tentativi di disintossicazione (come cantato da lui stesso in Cold Turkey (brano presente in un’altra compilation di questa rubrica)), ma alla fine, come ha rivelato in un’intervista Yoko Ono, fu un solo fatto a rivelarsi decisivo: il loro fornitore, per elevare il suo profitto, aveva tagliato l’eroina con borotalco, diluendone di molto gli effetti, e questo, unito al timore degli aghi e al carattere di entrambi, facilitò di molto la coppia nel processo di disintossicazione.
Di seguito alcune delle canzoni dei Beatles attribuite a John, seppure che, per un accordo mai violato con Paul, tutte uscirono a doppia firma. Alcune, invece, appartengono al periodo successivo allo scioglimento dei Fab Four.
1. All you need is love. All You Need Is Love/Baby You’re a Rich Man è un singolo discografico dei Beatles pubblicato nel 1967. Secondo la leggenda PID (Paul is Dead “Paul è morto”), John Lennon pronuncia delle parole che secondo molti sarebbero “Yes, he’s dead!” cioè “Sì, lui è morto!”, o ancora “No-one you can save that can’t be saved” ossia “Non puoi salvare nessuno che non possa essere salvato”. Questi ultimi sarebbero i tentativi per rianimare il vero Paul McCartney.
2.Straberry fields forever (The Beatles, 1967). È uno degli esempi più significativi di rock psichedelico della band britannica. Raggiunse il numero due in Gran Bretagna e l’ottavo posto negli USA, ed è stata descritta da numerosi critici come uno dei brani migliori del gruppo. Nel 2021 venne indicata dalla rivista Rolling Stone come la settima migliore canzone di ogni tempo.
3.Come together. E’ il brano musicale che apre il disco Abbey Road dei Beatles, uscito nel settembre del 1969. Pur essendo firmata come al solito da Lennon-McCartney, è una composizione principalmente di John Lennon. In Gran Bretagna come singolo (un doppio lato A, con Something di George Harrison sull’altro lato), si classifica al nº 4. Negli Stati Uniti d’America invece il singolo arrivò al primo posto. Doveva essere la canzone politica che accompagnava i comizi di Timothy Leary, che venne sconfitto dal candidato repubblicano Ronald reagan; il suo candidarsi al soglio presidenziale era stata più che altro una provocazione (come quando ipotizzò di mettere ingenti quantità di LSD nell’acquedotto di San Francisco, e finì anzi in prigione per possesso di cannabis. La versione che vi propongo è quella del film (imperdibile) Across the universe.
4.Norwegian wood. Norwegian Wood (This Bird Has Flown) è un brano musicale dei Beatles, scritto principalmente dal solo John Lennon ma accreditato come da consuetudine alla coppia compositiva Lennon-McCartney, ed inserito nell’album Rubber Soul del 1965. La traccia presenta come peculiarità principale la prima presenza in assoluto in una canzone pop occidentale dello strumento del sitar, suonato da George Harrison. Norwegian Wood viene considerata una pietra miliare nel processo di crescita dei Beatles come compositori. Ravi Shankar e una scena del film Help! dove erano presenti musicisti indiani, ispirarono a Harrison l’impiego del sitar nella canzone.
5.Lucy in the sky with diamond. Brano registrato dai Beatles nel 1967, facente parte del loro ottavo album, Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band. Scritta principalmente dal solo John Lennon, la canzone ha ingenerato parecchie controversie per il suo titolo, che venne interpretato come un’allusione all’LSD. Secondo questa teoria, l’acronimo del titolo della canzone si riferirebbe alla sopracitata droga (le iniziali dei sostantivi presenti nel titolo sono infatti L, S, D). Lennon invece affermò che l’ispirazione per il titolo gli venne da un disegno di suo figlio Julian. In questo disegno si vede una compagna di classe di Julian che vola in un cielo pieno di diamanti. Tutto il testo del brano è un susseguirsi di immagini psichedeliche ispirate alle atmosfere surreali e sognanti dei celebri romanzi Alice nel Paese delle Meraviglie e Attraverso lo Specchio di Lewis Carroll del quale lo stesso Lennon era un grande ammiratore. La popolarità del brano oltrepassò i confini dell’ambito musicale. Nel 1974, in Etiopia, i paleontologi Donald Johanson e Tom Gray rinvennero i resti di un esemplare femmina di Australopithecus afarensis. Questa venne chiamata Lucy in onore di tale canzone, che veniva trasmessa alla radio durante gli scavi. Inoltre, a cinquant’anni luce dalla Terra, nella costellazione del Centauro, esiste una nana bianca di nome BPM 37093, scherzosamente chiamata “Lucy” sempre in onore al brano.
6. Girl. Girl è una canzone dei Beatles, pubblicata nel 1965 e inserita nell’album Rubber Soul. La canzone descrive una ragazza innamorata, con un velo di sarcasmo: dal testo emergono segni di insofferenza e di critica nei confronti del mondo femminile. Un’altra peculiarità del brano fu, senza dubbio, il suono di un profondo respiro echeggiante nel coro avente, per alcuni, il significato simbolico di una lunga “tirata” di uno spinello di marijuana.
7. I’m jelous guy. Jealous Guy è un brano composto e registrato da John Lennon, contenuto nel suo album solista Imagine del 1971, e pubblicato come singolo postumo, il 18 novembre 1985. Si tratta di una delle canzoni più famose di Lennon, reinterpretata da più di novanta artisti. La cover più celebre è quella dei Roxy Music che raggiunse il primo posto in classifica tre mesi dopo l’assassinio di John Lennon.
8. Imagine. Imagine è un singolo di Lennon, pubblicato l’11 ottobre 1971 come estratto dall’album omonimo. Si tratta del brano più celebre e rappresentativo dell’artista fra quelli realizzati durante la sua carriera da solista, dopo lo scioglimento dei Beatles. La canzone ha goduto fin dalla sua prima pubblicazione di un successo epocale. È stato calcolato che il 45 giri (nelle due edizioni del 1971 e 1975 con al lato B rispettivamente It’s So Hard e Working Class Hero) abbia venduto oltre 1,6 milioni di copie nel solo Regno Unito. Dozzine di artisti hanno reinterpretato il pezzo, inclusi Avril Lavigne, David Bowie, Diana Ross, Elton John, Joan Baez, Lady Gaga, Madonna, Queen, Stevie Wonder, e Zucchero Fornaciari in duetto con Randy Crawford. Emeli Sandé ne incise una cover per la cerimonia di chiusura dei Giochi della XXX Olimpiade nell’agosto 2012. La versione che vi propongo è questa dei Perfect Cicle. Grandissima e poco nota.
9. Istant karma. Instant Karma! (We All Shine On)/Who Has Seen The Wind? è il primo singolo discografico di John Lennon e Yōko Ono, pubblicato nel 1970. E’ una delle tre composizioni di Lennon, insieme a Imagine e Give Peace a Chance, a figurare nella Rock and Roll Hall of Fame.
10. Happy Xmas (War Is Over). Brano musicale interpretato da John Lennon e composto dallo stesso musicista britannico e dalla moglie Yōko Ono nel 1971. Nonostante, col passar degli anni, il brano sia diventato una delle canzoni più facilmente assimilabili a Lennon anche dal punto di vista più melodico, per la composizione del brano John e Yōko si ispirano al vecchio brano folk tradizionale Stewball interpretato in passato da numerosi artisti come Woody Guthrie, Peter, Paul & Mary (all’inizio degli anni sessanta) e, in seguito, anche dagli Hollies nel ’69.
Si tratta di una tipica canzone-racconto circa un cavallo da corsa che beve sempre troppo vino, conosciuta anche con il titolo Go ‘Way F’om Mah Window, con qualche modifica nel testo. Il brano è nato come canzone di protesta contro la guerra in Vietnam ed è, successivamente, diventato tra i più noti classici natalizi.