Eric Patrick Clapton
Eric Patrick Clapton (30 marzo 1945) è un chitarrista e compositore britannico.
Annoverato fra i musicisti più famosi ed influenti nella storia della musica rock (soprannome: slow hand, ma anche The God, quando sui muri di Londra alcuni scrivevano Clapton is God)), Clapton ha rivoluzionato la figura del chitarrista solista diventando nel tempo un autorevole punto di riferimento nel mondo della musica rock (anche se ha sperimentato molti generi musicali, con innumerevoli collaborazioni) ed esercitando una profonda influenza sul mondo musicale. Figura al secondo posto della classifica dei cento più grandi chitarristi di tutti i tempi stilata dalla rivista Rolling Stone.
Con oltre 200 milioni di copie vendute in tutto il mondo e 18 Grammy Awards, Clapton è uno degli artisti più premiati nel mondo della musica. Il suo disco di maggior successo, Unplugged (1992), risulta l’album dal vivo più venduto nella storia con circa 30 milioni di copie.
Clapton, prima di intraprendere la carriera solista, ha militato in diversi gruppi musicali: nell’ordine, The Yardbirds, John Mayall & the Bluesbreakers, Cream, Blind Faith, Delaney & Bonnie e i Derek and the Dominos.
Clapton nasce nel 1945, quindi in periodo di guerra, dalla sedicenne Patricia Clapton e dal venticinquenne soldato canadese Edward Fryer, che prima della nascita del figlio fa definitivamente ritorno oltre oceano. Eric viene cresciuto dalla nonna materna e dal secondo marito di quest’ultima, giacché sua madre – che gli viene fatto credere essere sua sorella maggiore per motivi di “decenza” – si trasferisce in Germania dopo avere sposato un altro militare canadese. Tutti traumi che, probabilmente, incideranno sul suo umore e sull’uso di sostanze. Clapton, nell’infanzia, è bambino timido e solitario, ma molto determinato nel perseguire i suoi obiettivi nell’apprendimento musicale. Come tante altre storie di grandi chitarristi, per il suo compleanno riceve in regalo una chitarra acustica. Fin dagli esordi viene influenzato dal blues e si allena per molte ore per imparare gli accordi e riprodurre lo stile musicale degli artisti blues.
Entra giovanissimo negli Yardbirds nel 1963, per poi passare con i Bluesbreakers di John Mayall, con i quali, nel 1966, incide il disco Blues Breakers with Eric Clapton. In questo periodo conosce il batterista Ginger Baker e il bassista Jack Bruce. Con loro fonda il gruppo rock-blues dei Cream, subito acclamato come un supergruppo di virtuosi. Per gli anni immediatamente successivi la carriera di Clapton assume un carattere più irregolare. Insieme a Ginger Baker e all’amico Steve Winwood fonda i Blind Faith, un’esperienza di non grande successo, pur se esaltata dalla critica.
Nel 1970 esce il disco Layla and Other Assorted Love Songs, il primo in studio dei Derek and the Dominos. Layla, diventa una delle canzoni più celebri di Clapton: particolarmente degno di nota è il dialogo tra la chitarra di Clapton e quella di Duane Allman. Clapton soffre molto per la morte improvvisa di Jimi Hendrix, cui era legato da grande stima ma anche da competizione, sentendosi molto inferiore a lui. La prima volta che lo sentì, a Londra, fu per lui un vero chock. Dopo la morte di Doune Allman, per un incidente motociclistico, Clapton precipita in un vortica gravissimo di depressione e dipendenza dall’eroina, una costante che si ripresenterà più volte nel corso della sua vita.
Successivamente conosce la soubrette veronese Lory Del Santo e i due diventano amanti, anche se Clapton era sposato allora con l’ex modella Pattie Boyd; racconta Clapton: «Avevamo un paio di concerti a Milano e una sera a cena il mio produttore si presentò con uno schianto di donna. Si chiamava Lory e tra noi corse un’energia fortissima, di quelle che si scatenano quando si incontra una persona per la prima volta.»
Quando Eric Clapton era ancora sposato con Patty boyd (che contrastò ferocemente la relazione), Lory Del Santo rimane incinta e il 21 agosto 1986 dà alla luce Conor Loren Clapton, tragicamente morto nel 1991, cadendo dal 53º piano del grattacielo Galeria di New York; il bimbo precipitò nel vuoto dopo essersi sporto da una finestra lasciata aperta da una cameriera per arieggiare la stanza. Conor si trovava lì con sua madre per incontrare il padre, in città per alcuni concerti. A lui il chitarrista ha dedicato, tra le altre, la canzone Tears in Heaven.
Negli anni è stato l’alcolismo il problema maggiore di Clapton, segnato da molti altri tragici eventi. Ciò l’ha portato a creare una fondazione per la cura e la riabilitazione degli alcolisti (Fondazione Crossroads con sede ad Antigua).
- Layla. Brano musicale dei Derek and the Dominos, scritto da Eric Clapton e Jim Gordon.
La composizione – pubblicata nell’album Layla and Other Assorted Love Songs del 1970 – è suddivisa in due movimenti ben distinti e contrapposti, composti separatamente dai due autori: la prima parte, accompagnata dalle chitarre elettriche di Clapton e Duane Allman, è caratterizzata da tre strofe intervallate da un ritornello e seguite da un assolo; la seconda sezione è invece una lunga coda strumentale, costruita intorno a una linea melodica suonata da Gordon al pianoforte, che, a mio parere, indebolisce il pezzo ed è troppo lunga, al limite del noioso. E’ ispirata dall’amore, all’epoca non corrisposto, di Clapton per Pattie Boyd, moglie del suo amico George Harrison.La rivista Rolling Stone l’ha inserita nella lista delle 500 migliori canzoni di tutti i tempi, al 27º posto.
- If you want to hang out, you’ve gotta take her out, cocaine
If you want to get down, down on the ground, cocaine
She don’t lie, she don’t lie, she don’t lie
Cocaine…
Cocaine. Pezzo scritto e pubblicato da J.J. Cale nel 1976 sull’album Troubadour, uscita in seguito come singolo in diverse edizioni maggiormente conosciuta nella versione pubblicata da Eric Clapton nell’album Slowhand del 1977.
- Tears in heaven. (Unplugged, 1992).
Would you know my name/If I saw you in Heaven?/Would it be the same
If I saw you in Heaven?/I must be strong and carry on/‘Cause I know I don’t belong Here in Heaven
Would you hold my hand/If I saw you in Heaven?/Would you help me stand/If I saw you in Heaven?
I’ll find my way/Through night and day/‘Cause I know I just can’t stay/Here in Heaven
Time can bring you down/Time can bend your knees/Time can break your heart/Have you begging please/Begging please.
Struggente ballata scritta con Will Jennings nel 1992 e dedicata al figlio Conor, morto nel 1991, a soli 4 anni, cadendo dal 53º piano di un palazzo a New York. È tra le canzoni di maggior successo interpretate da Clapton e conquistò nel 1993, tre Grammy Awards: Registrazione dell’anno, Canzone dell’anno e Miglior interpretazione vocale maschile. Inoltre, Tears in Heaven, si trova al 362º posto della lista dei 500 migliori brani musicali secondo Rolling Stone. Un Clapton con tanto di occhiali da presbite e aria dimessa è difficile da scordare.
- Wonderful Tonight (Slowhand; 1977) Insieme a Cocaine, il pezzo è uno dei più amati e replicati negli innumerevoli concerti di Clapton tra il 1977 ed oggi.
Come descritto da Clapton una sera Eric e Pattie avrebbero dovuto presenziare alla festa in onore di Buddy Holly organizzata annualmente da Paul e Linda McCartney. Mentre Pattie si preparava, Eric ammazzava il tempo strimpellando la chitarra sul divano; ad un certo punto lui si spazientì e salì di sopra, dove lei stava ancora scegliendo l’abito da indossare. Clapton ricorda di averle detto: «Ascolta, sei meravigliosa, okay? Per favore, non cambiarti più. Dobbiamo andare o faremo tardi». Clapton scese di sotto, prese la chitarra e, per la rabbia e la frustrazione, si mise a suonare. In una decina di minuti il brano era sostanzialmente pronto. Clapton non era molto soddisfatto del proprio lavoro, la riteneva «una canzone che avrei potuto benissimo buttare via». Sono sostanzialmente d’accordo con lui. Però…
- Presence of the lord. (Blind Faith, 1969). Un classico che ancora oggi Eric suona talvolta in concerto. Da non perdere, come tutto il disco. Soprattutto anche Sea of joy. Ah, la copertina era orrenda, una delle più brutte della storia del rock. Ma la musica…
- Let it grow (461 Ocean Boulevard; 1974). Pur se ricorda un po’ troppo Stairway to heaven dei Led Zeppelin è un pezzo che mantiene negli anni la sua bellezza. https://www.youtube.com/watch?v=YpDlmop0uYU&list=RDYpDlmop0uYU&start_radio=1
- All your love. I Bluesbreakers incisero l’album, che avrebbe dato loro la celebrità internazionale, nell’aprile del 1966, in un solo giorno. Le registrazioni vennero effettuate allo Studio 2 della Decca[15], cercando nelle intenzioni dei quattro musicisti e del produttore Mike Vernon, di avvicinarsi il più possibile, sia nella scaletta quanto negli arrangiamenti, a quella che al tempo era una tipica esibizione dal vivo della band.
- White room. Singolo dei Cream, incluso nel doppio album Wheels of Fire pubblicato nel 1968, ebbe da subito grande successo. Il brano è stato composto dal bassista Jack Bruce, con testo scritto dal poeta Pete Brown. Jack Bruce cantò e suonò il basso nella traccia, Eric Clapton sovraincise le sue parti di chitarra solista, Ginger Baker suonò la batteria, mentre Felix Pappalardi, produttore discografico dei Cream, contribuì suonando la viola. Clapton suonò la chitarra con il pedale wah-wah per ottenere un “effetto parlante”.
- Eyesight To The Blind (from “Tommy” by The Who, 1975). Pezzo poco considerato, che invece trovo eccellente.
- Danger (Road to escondido, 2006). In questo pezzo che io amo follemente, JJ Cale e Clapton incrociano le loro chitarre, con due stili molto differenti ma che si amalgamano in modo sublime. Da non perdere.







