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Le benzodiazepine sono fra i farmaci più sati in medicina generale: sono utili nell’insonnia e nella gestione dell’ansia, ma sono prescritti anche in caso di irrequietezza motoria, come miorillassanti e per la limitazione delle convulsioni. Sono in grado di esplicare tali effetti per la capacità di legarsi ai recettori per il GABA, modulandone l’attività. Le diverse benzodiazepine in commercio differiscono fra di loro sostanzialmente per potenza e durata d’azione. Questi farmaci risultano molto utili ed efficaci per sedare la sintomatologia ansiosa e come ipnoinducenti: ecco perchè vengono spesso abusati e il loro utilizzo da occasionale tende a divenire cronico. Le linee guida disponibili indicano che il loro utilizzo non dovrebbe superare le sei settimane. Se utilizzati più a lungo, infatti, si può notare lo sviluppo di tolleranza, ovvero per ottenere lo stesso effetto iniziale è necessario aumentare progressivamente il dosaggio. La tolleranza è un effetto maggiormente rilevabile quando le benzodiazepine vengono utilizzate a fini sedativi e come anticonvulsivanti, ma in linea teorica ogni paziente che assume benzodiazepine può sviluppare dipendenza soprattutto se il paziente ha una storia di abuso di alcol e sostanze.
Diciamo spesso che l’Italia è un paese che abusa di prescrizioni a base di benzodiazepine, rispetto al resto d’Europa. Ma è proprio così? Questo recente studio ci permette di fare un po’ chiarezza, a riguardo.
Soyka M, Wild I, Caulet B, Leontiou C, Lugoboni F, Hajak G. Long-term use of benzodiazepines in chronic insomnia: a European perspective. Front Psychiatry. 2023