Summertime
Il famosissimo standard di Goodman, interpretato da Charles “Charlie” Christopher Parker, soprannominato Bird o Yardbird, Kansas City, 1920 – New York, 1955; sassofonista e compositore statunitense di musica jazz, viene ricordato per essere stato uno dei padri fondatori del movimento musicale chiamato bebop, oltre che per la sua padronanza della tecnica sassofonistica. Parker era tossicodipendente dall’eroina fin dall’adolescenza e ciò gli causò svariati problemi anche nella professione: spesso mancava di presentarsi ai concerti o veniva licenziato perché si presentava strafatto. Per soddisfare la sua dipendenza impegnò il proprio sassofono varie volte, ed arrivò persino a mendicare per strada quando si trovava a corto di denaro e senza una scrittura. La situazione di Parker era quella tipica risultante dalle forti connessioni tra l’abuso di droga e la scena jazz dell’epoca. Quando Parker si trasferì per un breve periodo in California dove la droga circolava di meno ai tempi rispetto che a New York, iniziò a bere pesantemente per compensarne la mancanza. Reputato uno dei padri fondatori del jazz moderno, Charlie Parker fu uno dei musicisti più innovativi e influenti dell’intera storia del jazz. Dagli anni cinquanta ad oggi, il mondo della musica jazz (e non solo) si è trovato a dover fare i conti con l’influenza dell’opera di Parker. Molti musicisti trascrivevano e copiavano nota per nota i suoi assoli. Legioni di sassofonisti imitarono il suo stile e il suo modo di suonare.
https://www.youtube.com/watch?v=k7CHDscLREk
Come importanza, la figura di Parker è paragonabile forse solo a quelle di Louis Armstrong e Miles Davis. In particolare la figura carismatica di Charlie Parker contribuì enormemente alla fortuna del sassofono contralto, spingendo sempre più appassionati verso questo strumento.
L’eroina e i molti altri eccessi che avevano segnato tutta la sua vita lo uccisero mentre guardava la televisione, ospite della nobildonna e mecenate del jazz Pannonica de Koenigswarter. Il medico che esaminò la salma, il dottor Robert Freymann, non fu in grado di stabilire le cause della morte e stimò a sessantacinque anni l’età di Charlie Parker mentre ne aveva trenta in meno.
«Suonare con Bird mi piaceva, ma non potei imparare molto dal suo modo di suonare perché era troppo originale. Bird era un solista ed era, come dire? Isolato. Non si poteva imitare a meno di copiarlo e non si poteva copiarlo a meno di essere dei sassofonisti. Ma neanche i più grandi ce la fecero. Non c’era nessuno che sapesse suonare come Bird allora, e neanche oggi c’è.» (Miles Davis, l’Autobiografia). Allego anche questo Night in Tunisia che meglio esprime lo stile bebop di Parker. https://www.youtube.com/watch?v=oMSQlWJrZ2Y&list=PLcbZsrmlXdIDeanA21hYYg_e72T4MX1NW&index=7